Tendinite nello sportivo

La tendinite (o tendinopatia) è un termine utilizzato per descrivere una sintomatologia dolorosa localizzata a livello di un tendine che determina impotenza funzionale.

Le tendinopatia sono comunemente associate ad attività sportive come ad esempio il gomito del tennista (tennis elbow) che coinvolge i tendini estensori del polso o il gomito del golfista per indicare il coinvolgimento dei tendini flessori del polso e delle dita [1].

Molto frequente è anche la tendinopatia della cuffia dei rotatori ossia di quei muscoli che determinano movimenti di rotazione della spalla e hanno un’importante funzione di stabilizzazione attiva dell’articolazione gleno-omerale.

Il tendine maggiormente coinvolto della cuffia dei rotatori è sicuramente il sopraspinoso a causa della sua posizione anatomica sub-acromiale e della ridotta vascolarizzazione di alcune sue aree, ma estremamente frequenti sono anche la tenosinovite del capo lungo del bicipite e le borsiti sub-acromiali [2].

Gli sport maggiormente coinvolti nella genesi delle tendinopatia di spalla sono quelli con movimenti detti “over head “ come il tennis, la pallavolo e il baseball.

A livello dell’arto superiore anche l’inserzione del tricipite sul olecrano può andare incontro a tendinopatia soprattutto nei maschi che svolgono lavori con attività manuali pesanti e negli atleti di lancio del peso o del giavellotto.

Gli arti inferiori presentano tendinopatia da conflitto a carico dei tendini del muscolo psoas nelle danzatrici e dei muscoli pelvitrocanterici negli sport di corsa[4].

Nei calciatori è molto frequente la pubalgia ossia la sofferenza dei tendini adduttori che si inseriscono sulla branca pubica; tra le principali cause vengono indicate le dismetrie degli arti inferiori, problematiche lombosacrali, squilibrio muscolare e articolare a livello delle anche [5].

Nella regione del ginocchio risulta molto frequente il coinvolgimento del tendine rotuleo negli sport di salto come il volley ed il basket e negli sport di corsa con importanti fasi di stop e start (tennis, corsa, calcio); proprio per questo motivo viene chiamato anche “Jumpers knee”[6].

Gli stessi atleti coinvolti in attività di corsa e di salto possono andare facilmente incontro a patologie del tendine d’Achille soprattutto se associati ad altri fattori come l’età superiore ai trent’anni, dismetrie degli arti inferiori, pronazione dell’avampiede e riduzione della mobilità di caviglia [7].

Molto frequente negli sport di corsa risulta anche la tenosinovite del tibiale posteriore soprattutto se associata a pronazione dell’avampiede con valgismo del retropiede e la lassità legamentosa [8].

Possiamo quindi dire che la tendinite rappresenta spesso una patologia sport specifica e che risulta fondamentale la prevenzione attraverso una corretta gestione dei fattori estrinseci come ad esempio il riscaldamento, la gestione dei carichi di lavoro e l’utilizzo di attrezzature (es. scarpe) idonee.

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