Mal di testa da cervicale: Caso clinico

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Cos’è la cefalea cervicogenica?

La cefalea cervicogenica comunemente detta mal di testa cervicale è un dolore alla testa causato da un disturbo del rachide cervicale solitamente accompagnato da dolore e rigidità al collo. La prevalenza all’interno della popolazione aumenta notevolmente nei pazienti che hanno subito un colpo di frusta o con storia di trauma a carico del distretto cervicale. La cefalea cervicogenica fa parte delle cefalee secondarie ossia dovute a problematiche traumatiche, infiammatorie o che coinvolgono distretti vicini alla testa.

Quali sono le caratteristiche del mal di testa cervicale?

  • Dolore unilaterale al capo
  • dolore al capo e al collo
  • dolore alla pressione sulla regione occipitale e cervicale dal lato del dolore riferito
  • ridotta mobilità del collo
  • dolore scatenato da posizione mantenute o movimenti del collo
  • dolore al collo e nella regione della spalla omolaterale di tipo non radicolare

Cura del mal di testa cervicale: caso clinico

FR, 47 anni, impiegato informatico che viene in visita per un mal di testa cervicale comparso circa tre mesi fa e che limita le sue attività quotidiane. Il paziente riferisce di non soffrire di patologie croniche e di assumere farmaci antinfiammatori in maniera crescente negli ultimi mesi nel tentativo di contrastare il dolore alla testa. Il paziente riferisce di soffrire da alcuni anni di dolore cervicale senza tuttavia che questo nei limiti le attività lavorative, sportive e la qualità di vita. Riferisce che negli ultimi due anni a causa della pandemia ha ridotto notevolmente l’attività fisica ed è aumentato di peso. Andando ad analizzare la posizione assunta durante l’orario lavorativo si nota come vi sia una scorretta postura davanti al computer con capo anteposto e schiena curva in avanti.

Il paziente riferisce di non avere un mal di testa costante ma di avere episodi ricorrenti, due o tre volte a settimana accompagnati da un dolore nella regione scapolare e nucale destra che nelle ultime settimane stanno alterando la qualità del sonno e le ore di sonno totali. All’esame obbiettivo noto subito un atteggiamento anteposto delle spalle e del capo oltre ad una limitazione dolorosa all’estensione e rotazione cervicale da entrambi i lati.

Valutando con attenzione il rachide cervicale noto una maggiore rigidità nei segmenti superiori con viva dolorabilità alla palpazione e mobilizzazione di C1 (atlante). La palpazione della muscolatura cervicale appare dolente con ipersensibilità cutanea nella regione del trapezio e angolare destro con presenza di contratture muscolari palpabili che tuttavia non evocano dolore riferito a distanza. I test di provocazione radicolare (Spurling, ULTT ecc) appaiono negativi per cui escludo problematiche di tipo radicolari. Basandomi sull’anamnesi e sull’esame obiettivo pongo diagnosi di cefalea cervicogenica e sottopongo il paziente ad un trattamento combinato farmacologico e fisioterapico. La terapia farmacologica comprendeva un antinfiammatorio da prendere al bisogno all’inizio del dolore nel tentativo di non farlo crescere eccessivamente e un integratore miorilassante a base di magnesio (decontratturante), Boswella (anti-infiammatorio) e triptofano (miorilassante centrale).

Il trattamento fisioterapico è stato effettuato da un mio collaboratore (fisioterapista ed osteopata) attraverso tecniche di terapia manuali con la somministrazione di esercizi da svolgere cinque minuti al giorno a casa. A 40 giorni dalla prima visita il paziente torna controllo e riferisce di aver avuto una netta riduzione degli episodi di  mal di testa e dell’intensità degli stessi. Ha assunto l’antinfiammatorio prescritto quattro volte e nessuna di queste nelle ultime due settimane a testimonianza del graduale miglioramento della sintomatologia. Riferisce di avere un sonno non disturbato nelle ultime settimane, di svegliarsi riposato e di non sentire più il dolore nella regione scapolare destra. All’esame obbiettivo la mobilità del rachide cervicale appare notevolmente migliorata, la muscolatura più morbida e meno dolente. In accordo con il paziente e con il fisioterapista decidiamo di interrompere l’integratore miorilassante e di proseguire per un paio di mesi con due sedute mensili di fisioterapia a conclusione del ciclo da 10 sedute prescritto al fine di mantenere e stabilizzare gli ottimi risultati ottenuti.

In conclusione:

  • La cefalea cervicogenica è una patologia che va riconosciuta e trattata in maniera efficace al fine di non permettere che si instaurino dei meccanismi di cronicizzazione del dolore
  • esistono moltissimi trattamenti che possono risultare efficaci
  • l’antinfiammatorio andrebbe preso all’inizio del dolore per cercare di non far crescere la sintomatologia evitando tuttavia nell’abuso di farmaci
  • La fisioterapia è fondamentale per arrivare alla risoluzione del problema e non fermarsi alla sola terapia sintomatica.

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