La Proloterapia con Polinucleotidi: Evidenze cliniche nel trattamento dell’artrosi

polidesossiribonulceotide e artrosi

Che cosa è la proloterapia?

La Proloterapia è una metodica infiltrativa che ha lo scopo di stimolare la guarigione dei tessuti molli (legamenti, tendini, fasce, cartilagini), rinforzando il tessuto connettivo indebolito ed alleviando così il dolore muscoloscheletrico. Attraverso l’inoculazione di una sostanza irritante nel sito specifico da cui origina il dolore delle inserzioni tendinee, delle articolazioni e dei legamenti si ottiene una reazione infiammatoria controllata con successiva rigenerazione tessutale e riduzione del dolore.

Cosa sono i Polinucleotidi (PN)

I Polinucleotidi sono una sostanza medicale, altamente purificata, di derivazione dal DNA estratto dalle gonadi di trota.

Polinucleotidi e trattamento dell’artrosi: Studi clinici

L’artrosi è una malattia cronica di tipo degenerativo che porta alla progressiva perdita delle normali componenti anatomiche che formano le articolazioni. La degenerazione coinvolge tutte le strutture articolari di cui la più importante è sicuramente la cartilagine articolare. Molti fattori influenzano la cartilagine e l’osso subcondrale; tra questi l’interleuchina1, una citochina proinfiammatoria, è stata ampiamente studiata ed attualmente è tra i fattori determinanti per la progressione dell’artrosi. Tra le sue funzioni vi sono l’aumento di fattori catabolici come l’ossido nitrico (NO) e la cicloossigenasi-2 (COX-2). L’azione enzimatica porta alla erosione e frammentazione della cartilagine articolare. Lo stato infiammatorio a sua volta inibisce l’azione di TGF e Smad2/3 che svolgono attività protettiva nei confronti della cartilagine.
Negli ultimi quindici anni numerosi studi hanno analizzato la funzione dei Polinucleotidi (PN) e del Polidesossiribonucleotide (PDRN) sulle articolazioni artrosiche, in particolare sul ginocchio con risultati interessanti.
Una recente revisione della letteratura enfatizza il ruolo del PDRN sulle colture di condrociti in vitro, dimostrando come tale sostanza sia in grado di incrementare la vascolarizzazione e la crescita cellulare; Tra i numerosi effetti si può notare come riesca a ridurre le metalloproteasi (MMP-13) che possiedono una azione catabolica (degradazione) e incrementino l’aggrecano ossia una proteina fondamentale nella matrice cartilaginea (effetto di riparazione-rigenerazione). Nello studio si possono notare gli effetti positivi del PDRN con valori che superano in maniera netta quelli del gruppo controllo [1].

foto 2 pdrn artrosi

Uno studio del 2023 ha indagato in maniera approfondita le funzioni dei PN in colture di condrociti dimostrando un’attività condroprotettiva estremamente significativa. Tale studio ha infatti concluso dicendo che i PN diminuiscono l’espressione di metalloproteasi ed enzimi infiammatori (MMP3, MMP13, iNOS,e COX-2 ) aumentando l’espressione di TGF aggrecano e collagene ossia gli elementi essenziali per una matrice extracellulare sana. I Polinucleotidi sono quindi molecole con azione antinfiammatoria e condroprotettiva [2].
Esistono numerosi studi sull’utilizzo del PDRN per il trattamento dell’artrosi che hanno portato a risultati incoraggianti, tuttavia i Polinucleotidi (PN) si sono dimostrati superiori da diversi punti di vista e sono perciò le molecole attualmente indicate per il trattamento delle patologie intra-articolari.
Stagni e colleghi (2021) hanno messo a confronto due gruppi di pz con artrosi di ginocchio trattati con PN e acido ialuronico oppure con il solo acido ialuronico. I risultati sono stati significativamente a favore del gruppo che effettuava PN e acido ialuronico insieme in tutti gli outcome esaminati (dolore e funzione) a breve, medio e lungo termine. Di grande importanza infatti è il buon risultato ottenuto a 2 anni dal trattamento, un outcome che spesso viene sottovalutato nella costruzione dei trials clinici [3].
È chiaro che nell’artrosi infiammazione e degenerazione articolare coesistano; I PN sono in grado di ridurre l’infiammazione e contemporaneamente stimolare la crescita della matrice cartilaginea, fattori che lo rendono un trattamento molto utile nei pazienti artrosici.
Un’altra cosa da considerare è la maneggevolezza del prodotto che si è dimostrato estremamente sicuro e praticamente privo di effetti collaterali significativi. Se lo mettiamo a confronto con trattamenti di proloterapia articolare come il PRP o le cellule mesenchimali (es. prelevate dal grasso) è sicuramente meno invasivo in quanto non necessità della fase di prelievo di sangue o grasso. Il rapporto costo beneficio e la bassa invasività lo rendono quindi un trattamento di prima linea.
Personalmente utilizzo prodotti a base di Polinucleotidi che somministro 2 o 3 volte a distanza di due settimane l’una dall’altra con possibilità di associazione anche con l’Acido Ialuronico a seconda del caso da trattare. Il trattamento deve essere sempre personalizzato ed integrato con un percorso fisioterapico specifico.

In conclusione:

  • Gli studi clinici presenti in letteratura sul trattamento del dolore articolare con infiltrazioni di Polinucleotidi hanno messo in luce come il suo utilizzo possa essere efficace nel breve, medio e lungo termine.
  • Alcuni di questi studi hanno comparato i Polinucleotidi ad altri trattamenti noti come le infiltrazioni con acido ialuronico dimostrando un’efficacia quantomeno comparabile.
  • I Polinucleotidi inducono effetti anti infiammatori e di rigenerazione cartilaginea molto significativi.
  • Attualmente possiamo considerare i Polinucleotidi come un medical-device efficace e sicuro nella riduzione del dolore articolare e nel limitare la degenerazione articolare.
  • Il suo ottimo rapporto costo/beneficio e la bassa invasività lo rendono ad oggi un trattamento medico di prima linea per la cura dell’artrosi di grado lieve e moderata.

Il Dott. Federico Martello è specializzato nella proloterapia